La cumbia della gioia

Secondo il vocabolario Treccani, per noia si intende: “senso di insoddisfazione, di fastidio, di tristezza, che proviene o dalla mancanza di attività o dall’ozio o dal sentirsi occupato in cosa monotona, contraria alla propria inclinazione, tale da apparire inutile e vana”. Mi rivedo pienamente in questa definizione in quanto anch’io, troppe volte, ho avvertito e avverto tutt’ora un vuoto che mi coglie nel momento in cui non so cosa fare oppure quando compio ripetutamente e in maniera monotona la medesima azione. Ogniqualvolta vengo assalito dalla noia cerco di trovare necessariamente un’occupazione in grado di riempire le ore, i minuti, i secondi delle mie giornate. Se non sto leggendo un libro, se non sto studiando, se non sto pulendo la stanza, se non sto pensando al prossimo incontro di catechismo, insomma se non sto facendo qualcosa, mi sembra di star perdendo tempo.

Per fortuna (o purtroppo) non sono l’unico ad agire in questo modo. Lo scorso sabato, parlando proprio della noia durante un incontro di formazione con adolescenti, ho potuto appurare come anche per loro la noia sia una degna compagna con la quale fare i conti nell’arco della giornata. Molti di loro mi hanno confessato che il rimedio più immediato per combattere la noia è prendere il cellulare e scrollare video e foto dai vari social. Ecco allora che battere ogni record a Candy Crush ed emozionarsi di fronte a dei gattini che saltano diventa il pass che consente di transitare dal dì alla notte in un batter d’occhio, salvo poi ricominciare tutto dall’inizio il giorno successivo.

Seguici: