Carissimi,
la Pasqua è un’opera di Dio. Siamo chiamati a permettere al Signore di agire nella nostra vita. Qui sta tutta la nostra grandezza, il massimo che possiamo fare, la cosa che sorprenderà per prima noi e poi quelli intorno a noi. S. Paolo ai Filippesi, al capitolo 3, dice “Fratelli, molti, ve l’ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù che ha di sottomettere a sé tutte le cose”. (Fil 3,18-21) Questo testo è limpido per aiutarci a cogliere il segreto della Pasqua. Siamo troppo spesso intrappolati in una corsa e con una velocità che ci fa perdere di vista il cielo. La Pasqua ci ripropone il cielo. Ce lo offre come un regalo. È un invito potente ad uscire fuori dalle nostre miserevoli trappole, dalle nostre povere prigioni, dalle nostre tristi giostre che ci fanno girare sempre sullo stesso posto e ci precludono prospettive e orizzonti. È un invito a camminare con la meta nel cuore, con la sicura speranza che camminare non è vano perché c’è un traguardo che ci aspetta: il cielo.
Molte delle nostre sofferenze sono dovute proprio alle nostre trappole, alle nostre schiavitù, alle nostre gabbie nelle quali ci siamo adattati e sistemati sempre meglio, convinti che non ci siano possibilità di uscita. Anzi tutte le nostre sofferenze sono nelle nostre catene. E quella più assurda è quella del proprio ventre, ciò che ci costringe a vivere per noi stessi e per questa breve parentesi dei nostri pochi anni. Che per il fatto di essere fugace e breve diventa anche triste e insopportabile. La Pasqua ci invita a lasciarci portare fuori dai nostri progetti, dai nostri angusti confini, dalle nostre corte prospettive, dalla nostra corsa senza speranza.
La pasqua è un invito a guardare al cielo aperto per noi dalla misericordia senza limiti di Dio, dalla sua sorprendente compassione; a rialzare lo sguardo appesantito e a fissarlo nelle cose di lassù; a lasciarci condurre dal Figlio benedetto di Dio al Padre perché il cielo è Lui; a cominciare a vivere una vita non più da servi e da schiavi ma da liberi figli di Dio, non più in un labirinto chiuso, ma in una strada aperta e sicura. La Pasqua trasfigura la nostra vita facendola risplendere di significato e facendola brillare del suo pieno valore.
Coraggio fratello e sorella! Nessuna tristezza trovi posto nel nostro cuore, nessuna prova ci porti a dubitare del cielo che rimane per sempre aperto per tutti, nessun peccato ci trascini alla superba certezza che non esiste un amore abbastanza grande per noi, nessuna difficoltà ci convinca che l’esodo è impossibile, nessun dolore ci chiuda in un risentimento senza speranza, nessuna morte ci faccia credere che ci sono macigni impossibili da spostare.
Coraggio fratello e sorella! Cerca il Signore che ti cerca! Segui il Signore che ti viene incontro. Accogli la sua misericordia, riposa nelle sue piaghe d’amore, non rifiutare la sua pace, non sorridere dei miracoli e non respingere lo slancio del Padre che si gioca tutto perché tu possa tornare a vivere in piedi e così riprendere fiducioso la strada e accogliere il cielo che ti spalanca le braccia. Buona Pasqua a te. L’amore di Dio sia la tua forza.
Il Signore vi benedica
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo