Carissimi,
in questi ultimi giorni Gesù è stato indicato dalle profezie con il nome di Emmanuele, il Dio con noi. Alla fine di un altro anno possiamo dare voce alla gratitudine per la sua presenza continua e discreta al nostro fianco. Sicuramente Lui è stato molto più vicino a noi di quanto possiamo essere stati noi con Lui. Ci ha cercati più di chiunque altro e più di quanto abbiamo fatto noi con Lui. Chissà quante volte si è seduto stanco al pozzo dove andiamo di solito a trovare l’acqua. Quante volte si è avvicinato e si è fatto compagno di strada, per ascoltare il motivo di tanto sconforto e amarezza che ci fa camminare senza andare avanti. Quante volte sarà passato presso i posti dove stavamo guadagnandoci il pane e ci ha mostrato che c’è un raccolto che le nostre fatiche non hanno mai conosciuto. Chissà quante volte, con intima e profonda compassione, ha visto il nostro smarrimento, le nostre corse senza direzione, la nostra agitazione senza obiettivi, le nostre fatiche senza frutto… come pecore senza pastore.
Quante volte si sarà fermato presso la nostra vita ferita. Lì dove i fatti ci hanno lasciati mezzi morti e senza aiuti.
Quante volte si è fermato proprio accanto a noi!
Oppure no. Non lo abbiamo proprio visto. Ci siamo sentiti completamente abbandonati. Senza sostegno e senza consolazione. Si è tenuto lontano quando abbiamo pianto, gridato, invocato senza posa il suo aiuto e il suo soccorso…
E perché non scende in questa ingiustizia scandalosa che concentra nelle mani di pochi quello che serve per tutti?
Perché non ferma la mano di Caino che ancora progetta, fabbrica, vende e usa senza scrupolo e senza vergogna armi sempre più sofisticate e violente? Perché non vede le lacrime delle tantissime madri che vedono i loro figli morire di stenti, di violenze e di sopraffazioni? Perché non guarda alla condizione miserabile di molte donne, uomini e bambini venduti, sfruttati, abusati, calpestati, mentre molti se ne stanno nel loro stordimento tra fragole e champagne? Perché non ferma tutti coloro che sono vittime di un’abbondanza che non sazia, coloro che non trovano pace neanche sui divani e materassi di ultima generazione e collassano nelle ansie, nei disturbi alimentari, nelle dipendenze che si moltiplicano e nei suicidi? Perché non salva tanta gente dalla tristezza e dalla solitudine? Perché solo in Giappone ogni anno settantamila persone muoiono sole senza nessun conforto, nessuna consolazione e nessuna carezza? Perché tanti uomini sono costretti a orari folli di lavoro per soddisfare i piaceri e i capricci di pochi altri che, anestetizzati nei loro comfort, non sentono più il dolore di nessuno? Perché ci sono alcuni che si possono permettere di viaggiare privatamente sulla luna e altri che vengono costretti a rimanere chiusi dentro fabbriche cinesi a fare gli ultimi modelli dei nostri telefonini? Perché? Noi ci nascondiamo facilmente dietro l’accusa che indirizziamo al cielo sicuri della nostra innocenza immacolata. Se il cielo potesse parlare forse ci farebbe un mare di domande a cui sarebbe sicuramente imbarazzante rispondere. Ogni anno c’è il rischio di farci tanti auguri vuoti difendendo alla fine le cose vecchie e sicure senza nessuna voglia di vera novità. Che il tempo che ci viene offerto non vada sciupato. Ci aiuti e ci spinga a diventare uomini veri. Ci doni un desiderio travolgente di fraternità e la vergogna per ogni ingiustizia. Perdonaci Padre per tutte le accuse e abbi pazienza ancora una volta con noi. Buon Anno!
Il Signore vi benedica
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo