Carissimi,
c’è frenesia. Ormai insieme alle feste ci aspettano sempre anche la frenesia e il traffico, in tutte le ore della giornata. Siamo più accelerati del solito. Per fare regali. Siamo troppo concentrati sui regali da comprare e su che “dobbiamo” fare. Sì, sembra un obbligo prescritto dal medico. Qualcosa che non possiamo e non riusciamo ad evitare. E via con la lista e con la corsa. Ma perché tanti regali? Per dire cosa? Per dimostrare che cosa? Per offrire cosa? A chi? E per quali ragioni?
Da quando ero piccolo (e ormai sto collezionando diversi decenni) ricordo il fastidio dei matrimoni, delle comunioni, dei fidanzamenti (c’erano anche quelli una volta), dei compleanni… ho sempre notato intorno a me più lo sforzo di dover dare che la gioia di partecipare alla felicità di qualcuno. Ci si segnava quello che si dava e quello che si riceveva per non andare in perdita e per non fare la figura dello spilorcio. Si stava attenti a offrire il giusto, l’essenziale, quello per cui gli altri non potevano recriminare e tu ti sentivi apposto. Ci si informava sempre quanto mettere nella busta per non esagerare nella generosità, per non allargarsi, per non cominciare con una misura più corposa del previsto…
Tutto segnato. Tutto calcolato. Sentivo tempo fa una coppia che cominciava a chiedersi che senso avesse andare al matrimonio dei parenti, e quindi dover fare la busta a tutto il parentado, visto che i propri figli non hanno nessuna intenzione di sposarsi.
Esatto. Qual è il senso del nostro regalo? Perché ci facciamo regali? Per farci degli amici come fanno quelli che ci chiedono i voti prima delle elezioni oppure perché siamo contenti di averli come amici? Siamo contenti che sono presenti nella nostra vita ed è un regalo per noi aver fatto e fare insieme un tratto di strada?
Perché ci facciamo i regali? Per prendere o per dare? Per garantirci un vantaggio o per fermarci e sentire, sorpresi, che la nostra vita è molto più bella con la presenza di quella persona, che quella persona, proprio lei, ha aggiunto bellezza nella nostra storia, ha portato doni inaspettati…?
Ci facciamo i regali per proteggere le nostre deboli relazioni dalle minacce della vita e soprattutto dalla nostra assodata fragilità?
Temo che in questo frenetico scambio di regali manchi, il più delle volte, la parte più bella e che tutti vorremmo trovare. Tutti ci aspettiamo.
Tutti vorremmo essere raggiunti da un’attenzione pulita, casta, non interessata, non inquinata dai calcoli o dai vantaggi per il ruolo che abbiamo e che la nostra posizione può garantire. Vorremmo essere raggiunti solamente per amore. Un amore che non si ferma all’entusiasmo facile degli inizi, ma che accetta di rimanere a fianco anche quando si viene delusi e cominciano le prime incomprensioni e offese.
A che vale essere puntuali e precisi nel farci i regali se poi non siamo disposti a una relazione più vera, più generosa, più paziente, più attenta, più benevola, più rispettosa del mistero e del dolore che ognuno porta con sé?
E poi tutti questi regali rischiano di illuderci totalmente, facendoci credere che, in fondo, noi siamo buoni (abbiamo fatto il regalo anche ai nonni che non vediamo mai durante l’anno) e perdiamo di vista Colui che è il solo Buono. Colui che alla nostra cattiveria, ingratitudine e indifferenza ha risposto con un amore che nessuno aveva mai visto. Buon Natale.
Il Signore vi benedica
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo