Carissimi,
grazie di cuore a tutti per la vostra disponibilità generosa. La vostra generosità non ci è nuova. Tutte le volte che chiediamo aiuto c’è subito una risposta sorprendente. Per chi vi guarda è uno spettacolo vedere la vostra dedizione e l’armonia che si respira. Si avverte che c’è una volontà di costruire comunione. Di essere più forti di tutte le difficoltà che si presentano, di andare oltre ogni intralcio e di rimanere fermi nella fiducia che fare la comunità è molto più bello, è ciò a cui ci chiama il vangelo, è il sale di una parrocchia, è la fatica che non va mai sprecata, è il travaglio che ci dà gioia, è il bene che rimane, è la memoria più indelebile che si possa scrivere, è ciò che uno vorrebbe trovare sempre, è ciò che ci fa avvertire di essere nel posto giusto. Ciò che ci fa sentire a casa.
Grazie alle giovani e ai giovani che hanno partecipato. Il primo grazie va a loro. Permette questo ballo? Era l’invito che si faceva per entrare in pista, seguire la musica e ballare insieme. Grazie a voi che accettate l’invito della vita. Grazie perché vi lasciate coinvolgere. Vi lasciate contagiare. Grazie perché non rimanete alla finestra. Non vi chiudete nelle vostre stanze, nei vostri sogni, nelle vostre idee, nella vostra cerchia, nei vostri schemi, nei vostri viaggi… Così ci mettete allegria. Ci spaventa ogni vostra porta chiusa. Ogni resistenza alla vita che arriva con le sue novità. Ogni ostinazione che vi porta lontani dagli altri. Gesù nel vangelo un giorno paragonerà la sua generazione (che è poi questa generazione) a giovani che rivolti ai loro compagni gridano: “vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, vi abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto” (Mt11,16-17). Grazie perché vincete la tentazione di starvene per i fatti vostri e accettate questo ballo. Dio ricompensi con più del centuplo questo slancio che vi mette in pista a ballare con gli altri. Grazie anche per tutto il tempo e la fatica che avete dedicato nella preparazione di Giovaninsieme perché tutto potesse essere pronto e accogliente.
Grazie a voi famiglie che avete accolto questi ragazzi e ragazze nelle vostre case. Un grazie veramente grande grande. Non è scontata questa apertura. Aprire la porta è come accettare di ballare. Con uno sconosciuto o una sconosciuta. E noi oggi siamo più attenti a non essere disturbati e a difendere i nostri spazi e i nostri tempi. I ragazzi/e sono rimasti contenti tutti per la vostra gentilezza. Noi siamo convinti che non si è trattato semplicemente di una sistemazione per un fine settimana, ma ha avuto un valore molto più grande sia per voi che per i giovani. Aprire la porta è molto di più che offrire un posto letto. Trovare un posto dove dormire è molto di più che aver trovato un riparo. Grazie a tutti. Il Signore, ne siamo certi, già ora vi ha ricompensati con la magia che ogni accoglienza genera e vi mostrerà tutta la ricchezza nascosta in questa semplice ospitalità.
Grazie a quanti avete offerto il vostro servizio, per la cucina, per la pulizia della chiesa, dei bagni, del giardino, per la sistemazione dei fiori… la vostra generosità è veramente bella e attraente. Il Signore ricompensi ogni vostra fatica. Anche la più piccola e la più nascosta. Grazie alle suore.
Ringraziamo il Signore per la presenza del nostro Vescovo e per Bartolo che ha offerto la sua testimonianza. Grazie al padre Provinciale e ai confratelli che sono stati presenti. Grazie a Tele Dehon. Che ognuno risplenda nel luogo che abita. E lo illumini di bellezza.
Il Signore vi benedica
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo

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