Carissimi,
in questo ultimo scorcio del tempo pasquale benediciamo il Signore per questa esperienza della missione che non può essere un’attività tra le tante che facciamo, ma vogliamo che ci rimanga addosso come uno stile che vogliamo mantenere sempre. Gesù non ha un posto dove posare il capo. Non ha un indirizzo perché Lui è la via che porta verso tutti, Lui è la strada che vuole arrivare ovunque si trovi un uomo. Lui si è consumato sulla strada e non in un piccolo circolo o nel chiuso sicuro di un gruppo di prescelti.
Oggi, a fronte di tantissime parole che ci travolgono, ci ritroviamo con una stupida prudenza che ci porta quasi a temere di offrire la luce del Vangelo ai nostri vicini, alle persone a noi care e ai nostri figli; siamo disposti a offrire tantissime cose, francamente molto discutibili per valore e importanza e, invece non ci offriamo più, l’un l’altro, cose buone capaci di dare senso e luce alla vita intera. Se davvero una luce sostiene la nostra vita non possiamo negarla a nessuno. Non possiamo tenerla nascosta.
Sabato 18 maggio vi invitiamo tutti a celebrare insieme la VEGLIA DI PENTECOSTE. Invochiamo insieme il dono dello Spirito che fa nuove tutte le cose. Non le stravolge, come nei nostri deliri di cambiamento, ma con pacata dolcezza viene a fare nuove le cose che sono già. Ad esse dà una luce nuova, un gusto nuovo… viene a rinnovare la faccia della terra, non nel senso che le cambia i connotati, ma nel senso che la fa risplendere nuovamente della bellezza a cui ha rinunciato lasciandosi sedurre da bellezze artefatte e vuote.
È lo Spirito che ci fa nutrire la passione per il mondo e non solo per noi stessi. È lui che ci può distogliere da questa ossessione per noi stessi che è mortifera e non dà la pace che promette. È lui che allarga la misura del nostro cuore e ci aiuta a fare posto ad altre persone nella nostra vita.
È lo Spirito che ci può regalare la gioia intensa della comunione. Quanta frammentazione sperimentiamo tutti. Quanti sospetti. Quante lotte fratricide. Quanti conflitti continui ed estenuanti. Quanta fatica a difendersi e a vincere, quante corse per arrivare prima e superare tutti per poi ritrovarsi soli con l’amaro di una vittoria che ci lascia soli. È lo Spirito che ci riavvicina e ci dona la gioia di tornare ad essere fratelli e di voler rimanere tali come il tesoro più bello del viaggio della vita.
È lo Spirito che ci può parlare al cuore, indicare la strada e svelarci la missione. È lui che può sciogliere le paure che tengono imprigionate le nostre vite, che può aprire i ceppi che non ci fanno partire e che ci impediscono di assaporare la libertà limpida e vera di vivere la nostra storia e non un copione che ci scrivono altri e che noi abbiamo paura di tradire. È lo Spirito che può, con dolcezza, dare la spinta giusta per muovere i nostri passi verso strade nuove. Invochiamolo insieme per la nostra comunità parrocchiale, per le nostre famiglie, per i nostri figli… lo Spirito ci salvi dalla paura e ci doni la consolazione di vivere sempre come figli del Padre che è nel cielo.
Il Signore vi benedica.
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo

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