Oggi l’udienza era prevista in Piazza, ma per la pioggia è stata
trasferita qui dentro. È vero che sarete un po’ ammucchiati, ma
almeno saremo non bagnati! Grazie della vostra pazienza.
Domenica scorsa abbiamo ascoltato il racconto della Passione
del Signore. Alle sofferenze che subisce, Gesù risponde con una
virtù che, pur non contemplata tra quelle tradizionali, è tanto
importante: la virtù della pazienza. Essa riguarda la sopportazione
di ciò che si patisce: non a caso pazienza ha la stessa radice
di passione. E proprio nella Passione emerge la pazienza di Cristo,
che con mitezza e mansuetudine accetta di essere arrestato,
schiaffeggiato e condannato ingiustamente; davanti a Pilato non
recrimina; sopporta gli insulti, gli sputi e la flagellazione dei soldati;
porta il peso della croce; perdona chi lo inchioda al legno e sulla
croce non risponde alle provocazioni, ma offre misericordia. Questa
è la pazienza di Gesù. Tutto questo ci dice che la pazienza di Gesù
non consiste in una stoica resistenza nel soffrire, ma è il frutto di un
amore più grande.

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