Carissimi,
nei prossimi giorni celebreremo la Solennità di tutti i Santi e commemoreremo i nostri cari defunti. Sono due realtà che la Chiesa mette insieme come due facce della stessa medaglia.
I nostri cari defunti ci ricordano il viaggio nel quale ci troviamo, costellato da tantissimi compagni che, alla fine dei conti, sono la nostra vera ricchezza. Ci sveglia il ricordo di persone, a noi molto care, con cui abbiamo condiviso il pane, la gioia, il pianto, le paure, le ansie, i progetti, le risate, la stanchezza, l’entusiasmo, la fatica, la bellezza, l’angoscia, lo stupore, l’ordinario, le corse, la salute, le stagioni della vita, i primi passi, le ultime parole…. I defunti ci portano a girarci indietro per cantare la nostra gratitudine per tutto quello che ci è stato dato e per il regalo immenso di averlo condiviso con qualcuno; ci ricordano che prima o poi avviene una separazione definitiva; che non bisogna sciupare il tempo che la vita ci dà; che non possiamo stupidamente e testardamente pensare di avere altro tempo senza vivere quello che ci viene offerto adesso; ci ricordano il trauma del distacco, a volte dolorosissimo; ci ricordano che questa bellissima avventura sulla terra è breve. Siamo tutti stranieri. Tutti pellegrini.
Ecco perché la Chiesa mette accanto alla realtà dolorosa della morte, di cui facciamo esperienza, la vita dei santi.
Prima che modelli sono una luce che illumina la parte più oscura e più buia della nostra vita. Attraverso la strada che hanno percorso, e la meta raggiunta alla fine dei loro passi, ci assicurano il senso della nostra vita. Prima che modelli sono una luce sul significato della nostra vita. Di ogni vita.
Sì, loro ci annunciano e ci assicurano che la morte non è i titoli di coda della nostra esistenza, non è il momento in cui perdiamo tutto e in un black out totale ci ritroviamo in un buio assoluto, non è il finale assurdo che toglie senso e fiato, che spezza le gambe e soffoca qualsiasi slancio per fare passi ulteriori, ciò che toglie il sorriso vero e ci costringe a una commedia amara e che non diverte… i Santi ci annunciano che la nostra vita non è proiettata verso il niente, verso il baratro del nulla, ma verso la vita piena.
I Santi ci garantiscono che la nostra vita è attesa dal Padre. Noi che abbiamo temuto l’insignificanza siamo attesi come il figlio che non arriva mai, come il figlio che non si vede da anni, come il figlio che è morto e che finalmente, come un miracolo, te lo ritrovi davanti… ci assicurano che la nostra vita finisce in un abbraccio. Abbiamo cominciato questa bella avventura nelle braccia povere e dolci di una mamma e di un papà e la concluderemo nelle braccia sicure e tenerissime di Dio, che da sempre ci ha voluti e ci conosce ancor prima che cominciassimo ad abitare nel grembo amabile della nostra mamma.
I Santi non ci dicono solo come vivere questa vita, ma ci assicurano che non finisce. Anzi proprio questa luce sul futuro ci sprona a vivere in maniera del tutto diversa. La meta illumina la strada, dà slancio, dà forza nella fatica, ci rimette in piedi quando non ce la facciamo più, ci spinge, ci rianima anche quando siamo abbattuti, ci aiuta a rivalutare tutte le cose, ci sostiene nel continuare a fare il bene… Se i defunti sembrano dirci che la strada finisce i Santi ci assicurano che la strada è sensata. Perché porta a casa.
Il Signore vi benedica
p. Emanuele, p. Francesco e p. Amedeo
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