Carissimi ,
si riparte. Comincia un nuovo anno pastor ale e nel la nostra comuni tà ci sono stat i
mol t i cambiament i che tut t i insieme , co n p az i e nza e co n l’ a i u to d i Di o , dobbiamo
metabol izzare. Sono part i t i P. C i r o e S r . Annama r ia p e r a l t r e d e st i n azi o n i e p e r un ’a l t ra
missione. A loro va la nostra più grande e sincera grat i tudine per la generosa dedizione a
questa real tà. I l Signore ricompensi , come solo Lui sa fare, ogni loro azione fat ta nel suo
nome e l i accompagni con la sua benedizione nei prossimi passi . È arrivato P. Mario per la
prima vol ta in questa parrocchia universi taria. È arrivata Sr. Paola, come superiora del le
sorel le Dorotee. A loro va i l nostro più cordiale benvenuto. Dopo nove anni p assat i a
Napol i a fare i l parroco, la provvidenza ha pensato di riportarmi nuovamente in questa
comuni tà, dove avevo già fat to una bel l issima esperienza dal 2000 al 2006 insieme a P.
Massimo, la buonanima di P. Aldo e al tri conf ratel l i .
Arrivo con f iducia perché i l Signore mi ha sorpreso cont inuamente e nel lo stesso
tempo giungo con t imore in mezzo a voi perché mi rendo conto che questa non è una
comuni tà ordinaria ma nel la sua missione è chiamata a una sf ida grande, quel la di portare
la luce e lo splendore del Vangelo nel la nostra Universi tà del la Calabria. Mi consola la
storia del la salvezza perché abi tualmente i l Signore prende gl i str ument i meno adat t i per
portare avant i i suoi disegni . Insieme a voi , come comuni tà, vorrei che riuscissimo ad
essere uno strumento doci le nel le mani di Dio per fare la nostra piccola parte e preparare
perché i l Signore faccia presto la sua.
La nostra prima missione e i l nostro primo compi t o è quel lo di esserci . I l Padre
Arcivescovo Francesco, quando ci siamo incontrat i , questo ci ha chiesto: di esserci . Di
farci trovare; di essere disponibi l i , di presidiare questa real tà tendendo la mano a
chiunque bussa al la porta. Non è poco. I l Padre del la parabola, quando torna i l f igl io, si fa
trovare e accogl ie. Sarebbe veramente bel lo poter of f rire una casa o ancora megl io poter
of frire una famigl ia a chiunque, stanco nel la vi ta, comincia a cercare in Cristo un riposo e
una festa. Come vedete abbiamo già mol to da fare, o megl io abbiamo già mol to da essere
per vivere questo grande compi to. E insieme ci domanderemo che cosa ci chiede ancora i l
Signore per non tradire questo impegno.
I l 7 novembre al le ore 19.00 verrà in mezzo a noi i l Padre Arcivescovo per celebrare
le Cresime a 8 nostri ragazzi (Federico, Rocco, Anna, Let izia, Luigi , Giuseppe, Egidio ed
Eman u e l e ) e p e r l ’ i n i z i o uf f ic i a l e de l mi o mi n i st e r o i n me zz o a v o i . Vo g l i amo v i v er e u n
momento di comunione e insieme pregare per quest i ragazzi perché vivano ogni giorno
del la loro vi ta con la gioia e la digni tà dei f igl i di Dio, ma soprat tut to pregheremo per i l
Camp u s n e l q ua l e c i t r o v i amo p e rch é si a u n ’ of f ic i na d i u omi n i e d o n ne g r a n d i , d i sp o st i a
prepararsi con competenza e amore in quest i anni per diventare generosi l ì dove la vi ta l i
porterà. È qui che nasce una nuova civi l tà. Qui la dobbiamo desiderare. Qui la dobbiamo
preparare, con impegno e f iducia , con la speranza di vederla presto fiorire nei prossimi
anni nei post i più impensabi l i . Paolo VI che ha voluto questa parrocchia nel cuore
d e l l ’ u n i v e r si t à fu il primo ad usare quest’espressione. E Giovanni Paolo II un giorno ebbe a dire: «Una
domanda interpella la nostra responsabilità: quale civiltà si imporrà nel futuro del pianeta? Dipende infatti da
noi se sarà la civiltà dell’amore, come amava chiamarla Paolo VI, oppure la civiltà — che più giustamente si
dovrebbe chiamare “inciviltà” — dell’individualismo, dell’utilitarismo, degli interessi contrapposti, dei
nazionalismi esasperati, degli egoismi eretti a sistema»; e concludeva: «La Chiesa sente il bisogno di invitare
quanti hanno veramente a cuore le sorti dell’uomo e della civiltà a mettere insieme le proprie risorse e il
proprio impegno, per la costruzione della Civiltà dell’amore» (Angelus, 13 febbraio 1994). E noi pregheremo proprio
per questo.
Vi benedico
p. Emanuele e p. Mario e p. Luigi

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